Il potere delle parole: il "Decameron" tra filologia e censura
Introduzione
Il Decameron di Giovanni Boccaccio
Giovanni Boccaccio è uno delle maggiori personalità del Trecento letterario italiano. Insieme all’amato Dante e all’ammirato Petrarca, amico e maestro, costituisce il modello delle Tre Corone, il canone di autori fondamentale e fondante della storia letteraria d’Italia.
Umanista appassionato, storico, erudito, poeta e teorico della letteratura, Boccaccio è prima di tutto il padre della prosa narrativa moderna. Valorizzando una copia censurata dell’edizione del Decameron del 1587, curata dal fiorentino Lionardo Salviati, il percorso didattico digitale presenta il capolavoro boccacciano offrendo tre diversi livelli accesso al testo.
Il Livello Avanzato, avvalendosi di molte testimonianze materiali, esplora la storia e la fortuna del Decameron , offrendo al lettore in formazione universitaria un approfondimento verticale sulla vita dell'opera nel prima Età Moderna.
Il Livello Intermedio, dedicato a studenti della Scuola Secondaria di Secondo Grado, offre una panoramica sul capolavoro e, valorizzando il testimone dell’Edizione Salviati del 1587, permette di interrogarsi criticamente sulla dimensione storico-culturale dei testi letterari.
Il Livello Base offre un adattamento a fumetti del Proemio dell’autore, dell’Introduzione alla Prima Giornata e della novella di Ser Ciappelletto. Destinato idealmente alle Scuole Secondarie di Primo Grado, il fumetto può servire da primo approccio all’opera o come strumento didattico di consolidamento degli apprendimenti.
Il tempo di Boccaccio
«Comincia il libro»: un'introduzione generale
«Comincia il libro chiamato Decameron, cognominato prencipe Galeotto, nel quale si contengono cento novelle in diece dì dette da sette donne e da tre giovani uomini» (Proemio, BIBIT). Titolo e sottotitolo rivelano la struttura fondamentale dell’opera, costituita da cento novelle raccontate in dieci giornate da dieci giovani in fuga dall’epidemia di peste a Firenze.
Il Decameron si articola in tre cerchi concentrici, tra loro autonomi ma in rapporto di reciproca dipendenza:
1) il cerchio più esterno è quello dell’Autore, che si rivolge nel Proemio, nella Introduzione alla Quarta Giornata e nella Conclusione al suo pubblico ideale di «vaghe donne» e al pubblico reale di ogni «intendente persona»;
2) il secondo cerchio è quello della «lieta» e «onesta brigata», protagonista del racconto portante che costituisce la cornice;
3) infine, il cerchio più interno è quello dove si svolge l’azione delle novelle «o favole o parabole o istorie che dire le vogliamo».
Si tratta di un’architettura complessa, risultante dall’ibridazione di tradizioni diverse e lontane. Da un lato, per la costruzione della cornice Boccaccio si rifà a modelli indiani e arabi, come le Mille e una notte; dall’altro, convoglia nella novella vari generi della narrativa breve medievale (i fabliaux, i lais, gli exempla e molto altro), dando vita a una forma nuova che assimila e supera le precedenti.
Ne risulta un’opera fortemente dinamica, in cui la coesione unitaria della macrostruttura dialoga con la molteplicità dei singoli frammenti narrativi. Così, brevitas e varietas – tematica e linguistica – caratterizzano il vitalismo interno del Decameron, che nel raccontare la moltitudine dei «piacevoli e aspri casi» dell’uomo aspira a rappresentare e interrogare la totalità delle «cose di questo mondo», prive di «stabilità alcuna» e destinate a «sempre essere in mutamento».
Tutti i brani del Decameron citati in questo progetto sono tratti dall’edizione moderna del testo disponibile in BIBIT (Biblioteca italiana), la collezione digitale di opere rappresentative «della tradizione culturale e letteraria italiana» messe a disposizione online dall’Università di Roma Sapienza.
Termini, concetti e nozioni complesse, specialmente di ambito letterario e filologico, rimando tramite collegamenti ipertestuali alle voci online della Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti della Treccani o, in alternativa, al Vocabolario redatto dallo stesso istituto (Treccani).
