Giacomo Leopardi e il progetto delle "Opere"

3.1. Introduzione all’edizione delle "Opere" 1835 (N35)

Nel 1835 Leopardi si trova a Napoli insieme ad Antonio Ranieri, con il quale trascorrerà gli ultimi anni fino alla morte (1837) Qui progetta l’edizione, che sarebbe stata l’ultima in vita, delle sue opere, che era prevista in sei volumi, secondo l’accordo con l’editore Saverio Starita. È questo un lavoro che vedrà la luce, ma mutilato della maggior parte dei testi previsti. Infatti tra il settembre 1835 e il gennaio dell’anno successivo escono i primi due volumi delle Opere: i Canti e la prima parte delle Operette morali (13 operette, ovvero fino a Il Parini, ovvero della Gloria). Mentre il primo comincia a circolare, il secondo volume viene sequestrato dalla censura borbonica. Così la prima parte delle Operette morali viene stampata, ma non riesce a circolare, e la pubblicazione della seconda è bloccata dalla censura.

Nonostante le avversità legate a questo lavoro, l’autore continua a modificare e ad aggiungere i componimenti proprio su una copia del primo volume dell’edizione Starita (cioè dei Canti), in tutto simile a quella che qui è riprodotta, ma che è passata alla storia come la ‘Starita corretta’. Si tratta della copia del libro che apparteneva a Leopardi e sulla quale l’autore è intervenuto (e che oggi è conservata presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, dove si trova la maggior parte delle carte leopardiane): si può considerare come l’ultima volontà dell’autore, secondo cui leggiamo i testi dei Canti.

Il lavoro sulla Starita è finalizzato alla volontà di pubblicare l’opera in Francia, tramite l’amico Louis De Sinner, per l’editore Baudry: anche questo lavoro non va in porto, ma questa volta a causa della sopraggiunta morte dell’autore nel 1837.

Così quel progetto di opere non vede la luce, ma il compagno degli ultimi anni, Antonio Ranieri, prende in carico la sua pubblicazione, che avviene a otto anni dalla morte di Leopardi, presso l’editore Le Monnier di Firenze, nel 1845. Per l’allestimento dell’edizione, Ranieri può basarsi sui lavori di Leopardi degli ultimi anni, per l’editore napoletano e per il parigino, per il quale erano state apportate correzioni ai testi già pubblicati, ma erano state anche aggiunte due ultime poesie, il Tramonto della luna e La ginestra, e vengono pubblicate le Operette, mettendo insieme la prima serie edita nel 1827, già ripubblicata nel 1835, i testi successivi usciti nel 1834 e le ulteriori aggiunte inedite di Frammento apocrifo di Stratone di Lampsaco, Il Copernico e Dialogo di Plotino e Porfirio.