Pietro Bembo e le Prose della volgar lingua

2. Guida all'opera

Le Prose di Pietro Bembo sono un trattato in forma dialogica in cui l’autore, attraverso la conversazione che si svolge tra i quattro personaggi storici Carlo Bembo, Giuliano de’ Medici, Federigo Fregoso ed Ercole Strozzi, propone la propria soluzione alla «questione della lingua», individuata nel modello linguistico ed estetico degli scrittori fiorentini del Trecento, in particolare Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa. 
L’opera si articola in tre libri, ognuno dei quali è aperto da una sezione introduttiva in cui Pietro Bembo si rivolge direttamente al dedicatario dell’opera, Giulio Zanobi de’ Medici, eletto papa con il nome di Clemente VII nel 1523.

  • Primo Libro: affronta soprattutto questioni storico-linguistiche: il rapporto che lega latino e volgari, la nascita del volgare, il legame tra poesia volgare e scuola provenzale, e, infine, le soluzioni proposte dagli interlocutori
  • Libro Secondo: attraverso l’esempio di Petrarca e Boccaccio (ma anche Dante, Guinizzelli, Guido Giudice, Cavalcanti e altri), vengono illustrati i criteri attraverso cui riconoscere una buona lingua volgare
  • Terzo Libro: Bembo, nelle vesti di Giuliano de’ Medici, espone le regole grammaticali della lingua volgare.

Un piccolo vocabolario d'autore


Genere e numero Parti del discorso Coniugazioni Modi verbali Tempi verbali
La forma del maschio: maschile Quelli che segni sono d'alcuni casi/proponimenti/segni di casi: preposizioni Prima/seconda/terza/quarta maniera: prima/seconda/terza/quarta coniugazione Verbi che sotto regola non istanno: verbi irregolari Tempo che corre quando altri parla: presente
La forma della femmina: femminile Quelli che in vece di nomi si pongono: pronomi Primiera/seconda/terza voce del numero del meno: prima/seconda/terza persona singolare Voce che di nome e di verbo partecipa: participio Pendente: imperfetto
Il numero del meno: singolare   Primiera/seconda/terza voce del numero del più: prima/seconda/terza persona plurale Voci che senza termine si dicono: verbi all'infinito Tempo che è a venire: futuro
Il numero del più: plurale