Il potere delle parole: il "Decameron" tra filologia e censura
3.5 La censura del Decameron
Inizialmente proibito, il Decameron viene poi riabilitato pochi anni dopo, ma a patto che sia ripulito dai suoi errori. Infatti, l’opera conferiva grande prestigio culturale al neonato Granducato di Toscana e svolgeva un ruolo di coesione politica per il territorio. Pertanto, furono proprio il Granduca Cosimo I de’ Medici e il suo successore Francesco I, a promuoverne un’edizione censurata. Il primo tentativo, guidato dai “Deputati”, cioè una commissione di esperti fiorentini, non riuscì a soddisfare fino in fondo le esigenze del Sant’Uffizio.
Il secondo tentativo fu affidato a Leonardo Salviati (1539-89), intellettuale fiorentino e futuro fondatore dell’Accademia della Crusca. Questa volta l’edizione “rassettata” fu un successo: è pubblicata per la prima volta nel 1582 con il titolo Il Decameron di Messer Giovanni Boccacci Cittadin Fiorentino […] alla sua vera lezione ridotto.
Cosa fa Salviati? Taglia, riscrive e commenta il testo, rendendolo accettabile per i dettami della nuova cultura controriformistica: nel primo caso, indica il taglio con un asterisco *; nel secondo caso, segnala la riscrittura con il carattere corsivo o tondo; nel terzo caso, aggiunge accanto al testo principale una postilla – una breve nota sul bordo della pagina – che spieghi il testo.
Vediamo insieme alcuni esempi significativi.

