Giacomo Leopardi e il progetto delle "Opere"

3.3. Come si forma il libro dei "Canti"

Non solo i testi contenuti in questo libro sono stati scritti in tempi molto diversi tra loro, ma alcune sezioni hanno avuto anche, per un certo periodo, una storia editoriale autonoma. Per questo Leopardi, prima del componimento inaugurale del libro, inserisce una “Notizia intorno alle edizioni di questi canti” in cui sintetizza quella storia, che parte dal 1818; solo nel 1831, con l’edizione che precede questa, compare per la prima volta una silloge che porta il titolo che leggiamo oggi.

Le prime due canzoni, All’Italia e Sopra il monumento di Dante vengono date alle stampe nel 1818 (in realtà all’inizio del 1819, ma con data 1818), raccolte in un opuscolo con un titolo leggermente diverso, Canzoni | di | Giacomo Leopardi | Sull’Italia | Sul monumento di Dante che si prepara in Firenze | Roma MDCCCXVIII | presso Francesco Bourliè. La canzone Ad Angelo Mai, terminata nel febbraio 1820, appare stampata in una plaquette a Bologna nel luglio successivo.

Nel 1824, sempre a Bologna, Leopardi dà alle stampe la prima vera raccolta di poesie, le Canzoni del conte Giacomo Leopardi: il volume raccoglieva dieci canzoni (comprese le prime tre che erano già state pubblicate) scritte tra il 1818 e il 1823. Il libro si concludeva con le Annotazioni alle Canzoni, che ne giustificavano la lingua, «in difesa di voci e maniere dei medesimi Canti, accusate di novità», come scrive Leopardi in questa nota.

Leopardi però aveva già composto gli Idilli, i suoi testi poetici forse più famosi, Alla luna, l’Infinito, Odi, Melisso, La sera del dì di festa, Il sogno e La vita solitaria, scritti tra il 1819 e il 1821, ma tenuti nel cassetto fino a dopo la pubblicazione delle Canzoni: nel 1825 infatti li pubblicherà in rivista e poi nel 1826, insieme ad altri componimenti, in un volume stampato a Bologna, intitolato Versi, che raccoglieva solo i componimenti non inseriti nel libro del 1824.

Soltanto nel 1831 viene pubblicata la prima edizione dei Canti, che mette insieme le due raccolte delle Canzoni e dei Versi, generando alcune modifiche, sia nei titoli dei componimenti, sia negli spostamenti dell’ordine di sequenza originario interno alle due raccolte. Ai testi che erano già stati pubblicati, se ne aggiungono sei nuovi, la cui composizione risale al momento del risorgimento poetico del 1828-1830: sono Il Risorgimento, A Silvia, Le ricordanze, Canto notturno d’un pastore errante dell’Asia, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio.

L’ultima edizione dei Canti, apparsa con l’autore ancora in vita, è quella napoletana del 1835, stampata presso l’editore Starita, che rispetto all’edizione Piatti, si presentava accresciuta di undici poesie e di una piccola appendice che recuperava componimenti risalenti agli anni precedenti e in gran parte già pubblicati.

 

Ma la storia dei Canti non finisce qui e continua idealmente dopo la morte di Leopardi, che dopo il 1835 continua a lavorare su una copia dell’edizione Starita, apportandovi correzioni e inserendo due nuovi componimenti, il Tramonto della luna e la Ginestra: è secondo quest’ultima sistemazione che oggi infatti leggiamo il libro dei Canti.