Pietro Bembo e le Prose della volgar lingua
2.1.9 Elezione e disposizione
Segue l’introduzione dei concetti - derivati dalla retorica classica, e in particolare dalla categorizzazione proposta da Cicerone - di elezione e disposizione, che consistono nella scelta appropriata delle parole e nella loro disposizione armonica nella frase.
Gli esempi selezionati da Bembo confermano, da un lato, la superiorità della scrittura di Petrarca e Boccaccio, dall’altro l’inadeguatezza della lingua dantesca, che il marcato plurilinguismo, la violenza espressiva e la varietà di registro impediscono di elevare a modello linguistico. Bembo non approva, in particolare, le scelte stilistiche e linguistiche compiute da Dante in Inf. XXIX 76-77 e 82-83, nei versi dedicati alla pena inflitta ai falsari di metalli, sgradevoli a livello fonico:
Et il vostro Dante Giuliano, quando volle far comperazione de gli scabbiosi, meglio havrebbe fatto ad haver del tutto quelle comperazioni taciute; che a scriverle nella maniera, che egli fece:
Et non vidi giamai menare stregghia
A ragazzo aspettato da signor so:
et poco appresso,
Et si trahevan giù l’unghie la scabbia;
Come coltel di scardova le scaglie.
(Prose 2 V, c.XXXr)