Pietro Bembo e le Prose della volgar lingua

2.2.7 Dal latino al volgare: le preposizioni

Bembo usa spesso l’espressione «segni di casi»:

Ma come che ciò sia; che poco nondimeno importa; voi non potete de’ Nomi avere a bastanza detto; se de gli Articoli eziandio non ci ragionate quello, che dire se ne può; et bene è che messer Ercole intenda: Né solamente de gli Articoli; ma anchora di quelli; che segni sono d'alcuni casi; et alle volte senza gli Articoli si pongono, et talhora insieme con essi, Di Pietro, A Pietro, Da Pietro: Del fiume, Al fiume, Dal fiume: de’ quali alcuni senza dubbio proponimenti mostra che siano più tosto, che segni di caso. (Prose 3 IX, cc. LVIIIv-LIXr)

La lingua italiana, e prima ancora i volgari, non sono basati sul sistema dei casi, che invece servono, in latino, a esprimere la funzione sintattica di una parola all’interno della frase, informazione affidata, in italiano, alle preposizioni e all’ordine degli elementi nella frase. L’insieme dei casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, ablativo) costituisce la declinazione: i sostantivi sono organizzati in cinque declinazioni, ognuna con le sue desinenze per il singolare e per il plurale. Alcune preposizioni, quindi, sono “segni di casi” nel senso che “traducono” le informazioni veicolate dai casi latini. Si può prendere, dagli esempi bembiani, il caso Del fiume: un sintagma come «il letto del fiume» suonerebbe, in latino, alveus fluminis: con il sostantivo al caso genitivo, il latino esprime l’informazione che in italiano è data da preposizione articolata e sostantivo.