Pietro Bembo e le Prose della volgar lingua

2.2.8 Dal latino al volgare: i pronomi

Lo stesso discorso vale per i pronomi:
 

Hora un poco adietro a dirvi anchora di queste due voci, che in vece di nomi si pongono, ELLI, o per aventura ELLO, et ELLA ritornando, è da sapere che elle si ristringono et fannosi piú leggere et più brievi etiandio a un’altra guisa in alcuni casi; ciò sono il terzo et il quarto caso nel numero del meno, et il quarto in quello del più. Conciosia cosa che in vece di LUI s'è preso a dire LI; et LE in vece di LEI, nel detto terzo caso, et LO et LA nel quarto altresì nel numero del meno: Et così LI et LE in vece di LORO nel quarto caso in quello del più. (Prose 3 XIX; c. LXVIIr)

 

In questo capitolo, Bembo – nelle vesti di Giuliano de’ Medici – spiega i pronomi atoni di 3° persona come forme più «leggere» e «brievi» dei rispettivi pronomi tonici. I pronomi personali assumono questa forma abbreviata, continua Giuliano, al terzo caso singolare e al quarto singolare e plurale, ovvero al dativo singolare e all’accusativo singolare e plurale, utilizzati in latino per esprimere il complemento di termine e il complemento oggetto.
Passando ai pronomi personali tonici, quando, invece, Bembo scrive che Ella è «voce del primo caso», fa riferimento al nominativo latino, che esprime la funzione del soggetto, mentre quando scrive che Lei è la forma di tutti gli altri casi, intende dire che, normalmente, il pronome è usato in funzione di complemento (Prose 3 XVI; cc. LXIIIIv-LXVv).